Il mondo sommerso dei trappeti e dei luoghi di culto

Macurano - San Dana - Montesardo
  abbastanza difficile

Mappa     6.16 Km

Dettagli

Lunghezza:
 6.16 Km
Difficoltà:

L'Itinerario

In questo percorso le salite, le discese e gli elementi che si incontrano caratterizzano il viaggio. L'elemento più diffuso nel Capo di Leuca è l'albero di ulivo, da dove nascono le olive nate dalla linfa e dalla terra e a questa ritornano diventando olio. Fin dall'inizio dell'Ottocento era consuetudine adibire a frantoi i luoghi ipogei creando cavità artificiali nel sottosuolo o sfruttando quelle naturali di cui questa zone è ricca.

Caratteristiche in breve

  • 5  punti di interesse
  • 6.16  km
  • abbastanza difficile
  • Come raggiungerlo
  • LE
  • Macurano - San Dan ...

Punti di interesse

Montesardo [LE]

10 metri di muro per un’altezza di 1,60 metri, composto da imponenti blocchi di calcarenite locale messi in opera a secco sul banco di roccia affiorante. Sulla base dell’analisi delle fotografie aeree e dei pochi dati archeologici a disposizione relativi all’orientamento dei massi, è stato ipotizzato lo sviluppo della cinta muraria, che doveva chiudere in cerchio l’attuale abitato.

San Dana - Montesardo [LE]

La chiesa conserva all’interno una piccola testimonianza di almeno tre cicli pittorici diversi. Tra gli elementi significativi che si sono conservati, la figura di una santa (forse Santa Barbara stessa), che, trovando un riscontro nel confronto con modelli di alcune chiese a Soleto e a Massafra, permette di collocarla nei primi decenni del XIV secolo. Il culto di Santa Barbara è una tappa importante nel percorso di pellegrinaggio verso il santuario di S. Maria de Finibusterrae; se l’immagine della santa è rappresentata negli affreschi del complesso di S. Maria del Belvedere (Leuca Piccola) di Barbarano del Capo. Qui, infatti, la raffigurazione di alcuni santi, i più importanti del territorio (Santa Barbara, Santa Marina, Santa Lucia, San Francesco da Paola), permetteva al pellegrino di orientarsi e di riconoscere quello che già aveva visitato o che avrebbe da lì a poco visitato.

San Dana [LE]

L’interno è decorato da pregevoli affreschi, purtroppo in cattivo stato di conservazione, che vennero realizzati in momenti diversi. Scendendo pochi gradini, è possibile visitare degli ambienti, fra i quali è riconoscibile una piccola cella con un sedile intagliato nella roccia. La presenza del sedile ha fatto ipotizzare a qualche studioso di storia locale che si trattasse dell’ordine di Pacomio di Esna, una figura di asceta che predicava la catarsi e la connessione al divino attraverso forme di penitenza che contemplavano il sonno da seduti. Tale ipotesi, molto suggestiva, non è suffragata da ulteriori dati. Gli elementi figurativi che si possono ancora leggere sulle pareti della cripta; alcuni sono chiari e netti, come la figura della santa che dà il nome al luogo, Sant’Apollonia la santa martire che reca in mano un giglio bianco, simbolo di purezza, e la palma, simbolo del martirio che subì con l’avulsione di tutti i denti - e per questo è la patrona protettrice dei medici odontoiatri. Alla destra di quest’affresco, databile alla metà del Settecento, è presente quello della Vergine con il Bambino, conosciuta con l’appellativo di “Bocca d’oro” e sui cui tratti è stata modellata una statua che si trova attualmente nella chiesa parrocchiale di San Dana.

Montesardo [LE]

Varcato il cancello, all’interno dell’alto recinto in pietra, sembra che il tempo non sia mai trascorso, si ritrovano tutti gli elementi di supporto alla vita in masseria: le stalle, lo ‘ncurtaturu (il recinto per le pecore), una cisterna scavata nella pietra, il palummaru (la colombaia) annesso all’antica torre oggi adibita ad area di ristoro; e ancora una grotta, una pajara e antichi sistemi di canalizzazione dell’acqua. Alle spalle della torre un altro cancello in ferro conduce ai giardini.

Macurano  [LE]

Qui si era formata una piccola comunità dedita all’agricoltura, grazie all’abbondanza di acque provenienti proprio da Montesardo e convogliate in cisterne attraverso un sistema di canalizzazione ancora in parte visibile. Secoli dopo, di fianco al villaggio rupestre, sorsero le Masserie di Santa Lucia e di Santo Stefano, ancora oggi abitate e sede di attività ricettive e produttive.